Mistake me not: Il Coriolano di Shakespeare a Londra dopo la Restaurazione

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Il 26 aprile 2019 la mia tesi di laurea ha compiuto 18 anni, e per festeggiare ho deciso di pubblicarla tramite la piattaforma Kindle Direct Publishing in formato Ebook e cartaceo. In lingua italiana – anche se sto pensando già a una traduzione in inglese – e disponibile su Amazon in diversi Paesi.

Dedicata al Professor Agostino Lombardo, che ho avuto la fortuna di avere come docente di Critica Shakespeariana e Letteratura Inglese e come correlatore della versione originale, custodita gelosamente nella libreria dei miei genitori.

E con un pensiero particolare per la persona che ero allora, e per quella che sono adesso, sempre tenace ma con meno note a piè di pagina….

Sogno di molte notti d’estate

Mentre si avvicina inesorabilmente la fine di questa lunga estate calda…. un nuovo sogno prende forma… caro Macbeth, sei pronto per essere adattato? Dì di sì…

Ellen Terry as Lady Macbeth 1889 John Singer Sargent 1856-1925 Presented by Sir Joseph Duveen 1906 http://www.tate.org.uk/art/work/N02053
Ellen Terry as Lady Macbeth 1889 John Singer Sargent 1856-1925 Presented by Sir Joseph Duveen 1906 http://www.tate.org.uk/art/work/N02053

Much Ado About The Shakespeare Standard

unnamedOn June 22th, on the distinguished American website The Shakespeare Standard, the lovely Deborah Voorhees published a serious and passionate review of my book A Double Heart for His Single One. A Much Ado About Nothing Experience.  I am so glad for this review because, as who read the Foreword to this book already knows, this e-book originates from a series of posts I published in 2011 on the same website, thanks to the kind collaboration of Administrator Jeremy Fiebing and the patient editing of Copy Editor Lacy White. I will never stop thanking Jeremy and all The Shakespeare Standard staff for their disinterested and lovely support for any project I share with them.

From the review: 

For most, a story such as Maciocci’s would become nothing more than a chat among friends: “I bought the tickets; I loved show, or the show was mediocre, but still loved my trip…” but not for Maciocci. From this day forward she started blogging about her adventures in The Shakespeare Standard, and now she has compiled those musings in her book, A Double Heart for His Single One (newly released on Amazon).

What exactly is the book about? Many things. It chronicles her anticipation and preparation for what she calls her big MAAN date (Much Ado About Nothing) with an easy to understand analysis of the text (perfect for students and life-long learners who wish to understand the play), interviews with friends who were able to see the production first, and lastly her review of MAAN, which is now available on DigitalTheatre.com (captured live from the West End’s Wyndham’s Theatre).

Please click on  to read the complete review. 

 

Feeling like a busy Shakespearean bee lately… A Double Heart for His Single One. A Much Ado About nothing Experience e-book and my review about RSC Richard II available online now

Cover by Valentina MarinacciAfter some months of darkness in both private and public life, here I am again, humbly making my part in spreading Shakespeare’s words and sharing my own peculiar appreciaton for the Bard himself.

On the 2nd of June 2014, thanks to the precious help (and patience) of talented writer and peerless friend Rita Charbonnier and her (or should I say ours) Scrittura a tutto tondo project, I published through Narcissus.me platform my e-book A Double Heart for His Single One.

From the e-book foreword:

This is a story about love (for Shakespeare of course, English Theatre, the UK, and yes, for Doctor Who too).

It is also a diary about a journey to London, and a literature essay (it includes a complete exegesis about Much Ado About Nothing! – for Dummies, maybe, but it actually does). 

But this is mainly a story about friendship.

When, in January 2011, I bought my ticket for that summers production of Much Ado About Nothing (starring David Tennant and Catherine Tate, directed by Josie Rourke), I could not have imagined that so many good things would come from that experience. […]

What I could not know, is that I would meet some of the nicest people in the David Tennant fandom, terrifically lovely women with a rich private life (we are not talking about stalkers, that is maybe superfluous to be stated, but I need to say that). Those days in July, three years ago, we met to share a theatre experience, an event, but mainly to BE together, to have a nice chat and some nice food, to be friends, that’s it.

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Everyday Shakespeare: Hamlet and NBC series “Grimm”

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“And flights of angels sing thee to thy rest.” (Hamlet)

DESCRIPTION

From William Shakespeare’s famous Jacobean tragedy Hamlet. The story chronicles Prince Hamlet’s pursuit for revenge unto his uncle Claudius for the murder of his father, the King. Arguably the most notable words from the text are the infamous: “to be, or not to be, that is the question,” uttered by Hamlet at the start of a soliloquy in the first folio text edition circa 1623, but every line carries substantial significance. “Goodnight, sweet prince, And flight of angels sing thee to thy rest,” appears towards the end of the text and is uttered by Horatio right after Hamlet’s death. (from http://www.nbc.com/grimm/grimm-guide/)

Here we go again: watching one of my fav American series, and a Shakespeare quote. Just ordinary life for a Shakespeare Geek….

Kill Shakespeare: Comics and the Bard

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Click on the picture to access to the Kill Shakespeare website!!!

I bought today on Amazon the first volume (collecting issues 1-6) of this graphic novel, I feel like I will love it … and I will share with you my comments as soon as I will have read it 😉

Re Lear, da Le Storie di William Shakespeare di Leon Garfield, Parte 5 – traduzione di Germana Maciocci

Anche il conte di Gloucester, nel frattempo, era venuto a sapere per lettera dell’imminente arrivo delle truppe francesi, e, vile quale egli era, aveva nascosto la notizia sia al duca che alla duchessa di Cornovaglia. La vita del vecchio conte, come quella del regno intero, era ormai in rovina. Edgar, il suo primogenito, era stato accusato di tradimento; fuggendo, diventando un ricercato. Il messaggero del re era ai ceppi fuori dalla porta del suo stesso castello; e il conte non era ormai neanche più padrone a casa sua. Ovunque si girasse, vedeva i servitori armati del duca; ovunque andasse, si ritrovava a dover affrontare il malcontento del duca e della duchessa, iniziando a sentirsi non meno di un intruso. Gli avevano sottratto anche l’ultima sua consolazione, il suo fedele figlio Edmund, il quale passava più tempo ormai con il duca e la duchessa, che con suo padre, il conte.

Finché all’improvviso, simile a una tempesta a cavallo, arrivò il re! Con i bianchi capelli e la bianca, folta barba scompigliata, a circondare il volto arrossato, come un sole in inverno, egli chiese di poter parlare con il duca di Cornovaglia e sua moglie, i quali avevano osato mettere ai ceppi il suo messaggero. Pieno di angoscia, il conte corse a portare il comando del re ai suoi importanti ospiti;e ancora più angosciato ritornò con la loro fredda risposta. Il re lo fissò stupito.

“Si rifiutano di parlarmi! Sono indisposti! Sono stanchi perché hanno viaggiato tutta la notte!”urlò. “Trovami una scusa migliore!”

“Mio caro signore”, tentò Gloucester, preso in mezzo all’ira del suo vecchio padrone e alla fierezza dei nuovi, “sai quanto il duca sia irruento”.

“Vendetta! Maledetti! Morte e sventura!” ruggì il re. “Irruenza! Da quando si tratta di una qualità?” esclamò, mandando di nuovo il conte a chiamare il duca e la duchessa, i quali, infine, arrivarono, e allora il messaggero fu liberato; ma il re a malapena si accorse della sua partenza, perché finalmente Regana, la sua amata figlia, lo aveva raggiunto; e quale altro padre aveva una figlia preziosa quanto Regana? Il suo cuore era talmente colmo di amore per lei, che il re iniziò a confidarle, in un tumulto di parole, più simile a un bambino ferito che si rivolge alla madre amata, tutte le ingiustizie che aveva subito dalla sorella maggiore.

Regana però lo interruppe. “Non credo che mia sorella abbia mancato nei vostri confronti” disse questa freddamente.

Il re sussultò, ondeggiando leggermente, come portato dal vento; quindi si fermò a fissarla. Aveva sentito bene? Era proprio lei, Regana, la sua tenera, affettuosa Regana, che aveva parlato di fronte a lui, l’insensibile duchessa, insieme al suo duro coniuge? No, non poteva essere lei, non con quella voce crudele che lo dichiarava vecchio e con un piede nella tomba, ormai incapace di prendersi cura fin di se stesso; la stessa che affermava che Gonerilla era stata giusta nel rimetterlo al suo posto, e che egli avrebbe dovuto tornare indietro da lei in ginocchio, chiedendo umilmente perdono! Non poteva essere Regana, e lui non l’avrebbe maledetta come aveva fatto con Gonerilla. Doveva trattarsi di un mostro che ne aveva preso le sembianze, perché sua figlia non avrebbe mai rinnegato l’amore dichiarato al padre, tantomeno si sarebbe rivelata tanto ingrata. Non era come Gonerilla.

“Oh dei del cielo, se amate chi è ormai vecchio come me, scendete sulla terra e difendetemi!” urlò il re con un brivido di angoscia.

Re Lear, da Le Storie di William Shakespeare di Leon Garfield, Parte 4 – traduzione di Germana Maciocci

Il castello del conte di Gloucester si ergeva imponente contro il cielo tetro, simile a un pensiero oscuro in una mente malvagia. Fuori dalle porte, spesse e blindate, sedeva un uomo, dall’apparenza tranquilla e paziente, con le gambe imprigionate da robusti ceppi di legno. Era lì da tutto il giorno ormai, il messaggero del re, messo alla gogna come un comune vagabondo.

Il duca e la duchessa di Cornovaglia avevano dato ordine di imprigionarlo, nonostante le proteste del duca di Gloucester, che pensava fosse una mancanza di rispetto nei confronti del re, trattare in modo così irrispettoso il suo messaggero. Ma il messaggero se l’era cercata, scontrandosi con un tale Osvaldo, maggiordomo della duchessa di Albany, che sopraggiungeva con un messaggio per Regana. Sarebbe stato d’insulto per Gonerilla, che considerava Osvaldo ancora più del suo stesso consorte, il mite duca, se l’aggressore del suo fedele servo non fosse stato punito con severità. Quindi il messaggero del re era stato messo ai ceppi; e lì sedeva, con nient’altro che i suoi pensieri ad accompagnarlo e confortarlo.

Egli era vestito in modo grossolano, con la barba incolta, il linguaggio rude. Si trovava da poco al servizio del re; eppure aveva visto come Gonerilla aveva trattato suo padre, e si era indignato a tal modo, come se avesse servito il vecchio re da tutta la vita. Sospirava e sorrideva mestamente, poiché in realtà aveva servito e amato re Lear per tutta la vita. Il re non lo aveva riconosciuto, a causa del suo vestito umile e della barba irsuta. Il suo travestimento metteva in mostra, invece di nascondere, la sua natura schietta e sincera. Egli era infatti il conte di Kent, il quale, bandito dal re, era ritornato per vegliare sul suo amato sovrano.

Kent aveva inviato lettere a Cordelia, in Francia, informandola riguardo la situazione del regno, che peggiorava di momento in momento, del conflitto in corso tra i duchi di Albany e Cornovaglia, e della sofferenza di suo padre. Il conte non era felice di vedere  avverarsi i suoi tristi presagi. Il suo unico conforto, mentre sedeva con le membra e il cuore dolenti, era aver ricevuto la notizia che dalla Francia un’armata era appena giunta a Dover, accompagnata dalla stessa Cordelia. Se ne stava quindi lì imprigionato, fischiettando per tenere alto l’umore, pensando che presto la pena di re Lear avrebbe trovato il giusto sollievo.

Re Lear, da Le Storie di William Shakespeare di Leon Garfield, Parte 3 – traduzione di Germana Maciocci

Re Lear cavalcava nella notte. Alto, su di un enorme cavallo scuro, il vetusto re, in mantello e cappuccio di pelliccia e velluto pesante, andava attraverso lande e foreste, villaggi stravolti e borghi spauriti, con cento cavalieri al seguito. Dietro di lui, appeso alla sua schiena come una gobba molle, una figura minuta e singolare, vestito di mille colori e con il volto bianco come la neve. Era il suo buffone, che il re amava tanto, e che nonostante si prendesse gioco della sua pazzia, facendo versi alla sua follia, al momento gli era più caro delle sue stesse figlie. Gonerilla gli aveva mostrato il suo disprezzo; ma il suo odio non era che una candela, rispetto all’incendio di rabbia che si era sprigionato nel cuore di Lear nei confronti della sua primogenita.

Ella lo aveva infatti disprezzato, svilito, aveva dato ordine ai suoi servi di trattarlo in malo modo! Gli aveva perfino ordinato di dimezzare gli uomini del suo seguito! Per lei non era più che un vecchio noioso e rumoroso, e lo aveva cacciato via con disdegno. In meno di due settimane, l’ardente amore che aveva professato per lui di fronte al trono si era ridotto in fredde ceneri. Il re l’aveva maledetta;  perché nessun padre ebbe mai una figlia più crudele di Gonerilla!

Ma c’era sempre Regana, la sua amata Regana, che aveva giurato che il suo affetto per lui era ancora più profondo di quello della sorella maggiore. Era da Regana che stava cavalcando così di gran lena, ma non verso il suo palazzo, perché sia lei sia il duca di Cornovaglia erano al momento ospiti del conte di Gloucester. Fatto piuttosto strano, poiché il re aveva mandato un messaggero per avvertirla del suo arrivo; eppure lei era partita lo stesso. Come ogni padre al suo posto, egli cercava di trovare delle giuste scuse per il comportamento di Regana… ma come mai il messaggero, che l’aveva seguita nel suo viaggio, non era ancora tornato?

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Personally, I don’t know if I will be able to resist and not buy one of that dolls or a lovely (?) Poor Yorick paper weight… Alas!!!