Sono passati quasi tre anni da quando ho preso in mano per la prima volta un libro scritto da Rita Charbonnier, e dal nostro incontro presso il Salone del Libro di Torino, nel maggio 2011.
Dovessi scrivere un articolo puramente giornalistico su “Rita Scrittrice”, oltre a definirla musicista, attrice, cantante, e naturalmente scrittrice di talento, attingerei pienamente a termini come “poliedrica” ed “eclettica” e a relativi sinonimi, tutti ovviamente positivi. Direi ancora, che tali aggettivi, piuttosto che categorizzare, potrebbero solo aprire il sipario, per rimanere in tema artistico, alla scoperta dei diversi “doni” che un artista come Rita può riservare a chi decide di fermarsi ad ascoltare la sua voce.
Aggiungerei, inoltre, che tale voce si esprime, nella “Rita Scrittrice”, attraverso i personaggi femminili dei suoi romanzi, i quali si fanno sentire, eccome, lasciando una traccia indelebile nell’animo del lettore, personaggi accomunati dallo stile particolare dell’autrice, che da loro vita descrivendole come donne non conformi alla loro epoca, per il loro modo di sentire il mondo che le circonda, di reagire a esso e alle limitazioni che questo sembra aver loro riservato.
Concluderei inoltre che il messaggio trasmesso da Rita Charbonnier attraverso le sue eroine è che la vera grandezza d’animo può essere raggiunta solo comprendendo che la felicità di ogni essere umano non dipende dal compimento di desideri “astratti” e irraggiungibili, e che grazie alla conquista di una consapevolezza “alternativa”, di un nuovo punto di vista, o meglio, dall’accettazione di diversi punti di vista, rompe ogni limite di evoluzione psicologica e intellettiva, e costituisce la base di una vita appagante, e soprattutto, libera il prossimo da ogni responsabilità soggettiva.
Ma sono qui per condividere la mia amicizia per Rita, non per lodarla in qualità di scrittrice e basta, visto che a tempo debito ho avuto l’opportunità, grazie al blog collettivo Diario di Pensieri Persi, di commentare il piacere della lettura dei libri di Rita Charbonnier, nelle mie recensioni de La sorella di Mozart, La strana giornata di Alexandre Dumas, e Le due vite di Elsa – quest’ultima recensione include anche una mia intervista all’autrice, che ho girato sempre in occasione del Salone del Libro sopra citato. – Leggeteli anche voi, basta cliccare sulle copertine qui sotto per acquistarli in versione e-book sul sito Ibs).
Scelgo quindi di festeggiare qui e ora, senza motivi particolari, l’Amica Rita, e il nostro rapporto “poliedrico”, “eclettico”, “versatile”, “sfaccettato” e soprattutto esteso, nel tempo e nello spazio – aggiungerei “più grande all’interno” ma lo capirebbero solo i fan del Doctor Who), – una versione tutta nostra del Lycra insomma, anti-smagliature e soprattutto anti-proiettile.
Pingback: “La strana giornata di Alexandre Dumas”: recensioni e interviste | Non solo Mozart